Procreazione Medicalmente Assistita e supporto psicologico

,

Cosa dicono le Linee guida del 2024 e la legge sugli psicologi nei centri PMA?

Gli psicologi in PMA

L’ambito della Procreazione Assistita è da qualche anno una significativa opportunità di studio e di lavoro per gli psicologi.

Anche se c’è ancora poca informazione su questo: fin dal 2004 è un obbligo per i centri di PMA avere una professionista o un professionista psicologo da proporre e consigliare ai pazienti con problemi di fertilità.

Per questo ruolo serve essere laureati in psicologia, abilitati e iscritti ad un ordine. Alcuni centri PMA sono anche possibili sedi da scegliere per il tirocinio post-lauream. 

Esistono inoltre dei corsi ECM e dei Master per approfondire il tema della sterilità ed infertilità di coppia, ai quali possono accedere psicologi e psicoterapeuti e spesso anche medici, psichiatri, ostetriche, che vogliano approfondire le implicazioni psicologiche di chi deve affrontare la procreazione assistita omologa o eterologa.

Molti psicologi nei centri PMA lavorano come liberoprofessionisti e ogni anno si aggiornano, ad esempio studiando le linee guida o frequentando i convegni nazionali, poiché questa materia ha una rapida evoluzione.

In considerazione delle importanti implicazioni emotive connesse a fertilità, infertilità e sterilità, la Legge 40 del 2004 prevede che i Centri di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) mettano a disposizione dei pazienti la consulenza psicologica. 

I colloqui di counseling psicologico per tutte le persone o le coppie che valutano e/o affrontano la PMA non sono obbligatori ma sono un diritto. E soprattutto sono consigliati. 

Le Emozioni in PMA

Spesso purtroppo la coppia o uno dei partner vive il problema di fertilità come una condanna, un’ingiustizia o una colpa. Ci si sente soli. La mente ci ostacola. Facciamo qualcosa per migliorare la nostra fertilità e probabilità di procreare, grazie alla scienza, ma vi sono anche le emozioni, le paure, la rabbia, i dubbi, i conflitti, le incomprensioni, i giudizi, il senso di impotenza e i tabù… 

Ci serve essere accompagnati, accolti, ascoltati, supportati. Serve affidarsi ai medici ma anche l’affidamento non è sempre un processo psicologicamente lineare o semplice. Frequentemente lo stress, l’ansia anticipatoria, le emozioni di tristezza, rabbia e paura conducono a scenari negativi. Le più comuni preoccupazioni, relative all’età e alle tempistiche e percentuali di successo della PMA, possono scatenare emozioni perturbanti. 

Per scegliere e per fronteggiare la PMA serve affidarsi a professionisti e operatori sanitari aggiornati e con esperienza. E tali professionisti devo essere formati in tal senso poiché la fertilità-infertilità riguarda le tecniche quanto riguarda i tabù, le relazioni, la sessualità, il benessere psico-fisico… 

Le decisioni e le comunicazioni in materia di procreazione assistita rimandano a una parte simbolica profonda dell’intimità dei pazienti, dei rapporti e segreti di coppia, delle storie di vita e di famiglia. 

L’esigenza di ricevere informazioni accurate e chiare e il supporto psicologico divengono ancor più evidenti nei casi di fecondazione eterologa, in cui le emozioni conflittuali, i dubbi e le incertezze si moltiplicano per la necessità e la scelta di un donatore esterno alla coppia.

Le conoscenze che devono avere gli psicologi in PMA

I pazienti che devono ricorrere alla PMA e che scelgono di essere supportati psicologicamente ovviamente hanno bisogno di un professionista che conosca la materia, le linee guida più recenti, i diversi problemi di fertilità esistenti, i diversi livelli di PMA, le peculiarità e differenze dell’omologa e dell’eterologa, le fasi e i conseguenti possibili disagi psicologici personali e di coppia. 

E’ importante ad esempio conoscere la differenza tra infertilità idiopatica, infertilità e sterilità. 

Gli psicologi che lavorano in questi centri, pubblici o privati, dovrebbero conoscere le linee guida più recenti, i principali possibili trattamenti (es. IUI, ICSI, FIVET, TESA, fecondazione eterologa, ecc.), le fasi che vanno da quella decisionale a quella del successo o insuccesso del trattamento medico e le conseguenti scelte o fasi.  Per fare degli esempi, alcuni pazienti abbandonano la PMA dopo gli insuccessi, altri decidono di adattare un bambino, altri si fanno supportare anche successivamente al successo terapeutico ovvero nelle fasi della gravidanza o dopo il parto.

All’interno della relazione di coppia lo psicologo deve essere informato sui più comuni vissuti femminili e maschili durante i trattamenti.

Questi psicologi devono sapere che nel gennaio 2024 i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) hanno inserito le cure e le prestazioni di PMA all’interno del Sistema Sanitario Nazionale e sono quindi ora erogati in Italia gratuitamente o con il pagamento di un ticket.

Le linee guida più recenti

Nel documento delle linee guida di quest’anno si sottolineano alcuni importati aspetti:

1) l’attività di consulenza psicologica deve essere resa accessibile in tutte le fasi dell’approccio diagnostico terapeutico dell’infertilità o della sterilità;

2) il principio di GRADUALITA’ cioè il muoversi dal minor grado verso il maggior  grado rispetto all’invasività tecnica (fisica) e psicologica delle diverse tecniche;

3) una delle delicate e dibattute novità del 2024 è che una volta che la coppia ha dato il consenso, in caso di separazione o morte del partner, la donna potrà decidere di procedere comunque con la PMA. Il consenso alla procreazione medicalmente assistita non potrà cioè essere revocato e la donna potrà comunque provare a divenire mamma. 

Le linee guida internazionali dell’ESHRE da anni danno indicazioni sul counseling psicologico nei centri di PMA e hanno delineato che serve questo spazio di ascolto e supporto nella fase decisionale, durante i cicli PMA per fronteggiare stress, disagi, attese e difficoltà comunicative o dopo il successo del trattamento di fecondazione oppure nella fase del fallimento o dell’abbandono della PMA. 

Conclusioni

Lo psicologo supporta i pazienti e può inoltre facilitare le comunicazioni medico-paziente, le comunicazioni di coppia e la compliance. Questo porta un beneficio ai pazienti e a tutta l’equipe professionale che lavora nel centro di PMA.

La legge 40/2004 che regola la fecondazione assistita nel nostro paese tiene in considerazione le delicate implicazioni psicologiche legate all’infertilità e ai trattamenti di Procreazione Assistita e per questo prevede che i Centri mettano a disposizione dei pazienti un servizio di consulenza e supporto psicologico, a cui può accedere la coppia o uno dei due partner. Lo psicologo per la PMA non è quindi una novità. 

Purtroppo però consigliare lo psicologo può essere ancora un tabù. Si confonde la possibilità di far conoscere l’opportunità di un colloquio psicologico all’interno del centro PMA con il dire al paziente che ha un problema di salute mentale oppure con il proporre un percorso di psicoterapia. 

Il counseling psicologico all’interno dei centri PMA, pubblici e privati, è un diritto e le competenze della psicologia della salute permetterebbero ai pazienti di meglio fronteggiare un processo che è caratterizzato sicuramente da stress e difficoltà emotive. 

Troppo spesso i pazienti mi hanno raccontato che non sapevano vi fosse un servizio di counseling psicologico nei vari centri PMA. Le ultimissime linee guida vogliono scongiurare che questo continui ad accadere: il fine oggi è che tutti i pazienti sappiano che hanno questa preziosa opportunità.

Credo sia importante fornire un supporto il prima possibile perché la coppia potrà così affrontare la PMA con maggiore consapevolezza, sentendosi più accompagnata e meno sola e potrà così chiedere aiuto anche in caso emergano poi disagi più profondi. Troppo spesso ancora oggi le coppie cercano invece informazioni e conforto in internet, sui social o sui blog a tema. Il confronto è importante ma spesso vengono diffuse anche informazioni false o che peggiorano lo stato emotivo della persona.

Se la Salute psicologica è un diritto e se la Prevenzione è una delle nostre armi più utili, allora fin dal primo accesso nei centri PMA ogni paziente deve sapere che può scegliere di accedere a un colloquio psicologico. 

Dott.ssa Paola Dora 

paola.dora@gmail.com