Il budget di salute è uno strumento innovativo che permette di impostare progetti individualizzati sugli assi legati alla formazione, al lavoro, all’abitare ma anche in ambito riabilitativo e risocializzativo, con attenzione alle reti familiari e sociali.
E’ lo strumento principe dell’integrazione socio sanitaria e ci consente di strutturare percorsi integrati socio sanitari promuovendo la collaborazione tra i Dipartimenti di salute mentale e gli enti del terzo settore.
«La prima sperimentazione dei progetti terapeutico riabilitativi individualizzati (che per comodità chiameremo “budget di cura” o “progetti personalizzati”) è legata al progetto di chiusura dell’ospedale psichiatrico femminile di Sottoselva (Friuli) iniziato nel 1996.
I budget di cura nascono, in questo contesto, come progetto pilota orientato alla riconversione delle risorse destinate, sino ad allora, al pagamento delle rette di ricovero per l’assistenza residenziale di utenti psichiatrici per ciascuna persona dimessa dall’ospedale viene immaginato un progetto personalizzato in cui le risorse economiche vengono invece interpretate e utilizzate come investimenti necessari per includere e reintegrare socialmente gli ex degenti » (Monteleone 2007).
Nella metodologia di intervento dei budget di cura l’obiettivo di ricostruire i diritti di cittadinanza viene perseguito articolando i progetti personalizzati su tre assi prioritari di intervento la casa, il lavoro e la socialità, dimensioni costitutive dell’identità e del funzionamento sociale di ciascun individuo» (Monteleone 2007)
Il budget di salute sviluppa progettazioni riabilitative ed educative che intendono realizzare interventi personalizzati, incontrando i soggetti nel loro contesto sociale e innescando un processo di capacitazione che ricostruisca un funzionamento sociale dell’individuo attraverso l’utilizzo integrato di risorse individuali, familiari, sociali e sanitarie, «è finalizzato a creare un legame tra il sistema di cura e la comunità locale e mira ad un utilizzo appropriato delle risorse di entrambi » (Starace 2011)
«I servizi pubblici non delegano la gestione di competenze proprie ma ricorrono alla partnership del privato sociale/imprenditoriale secondo un modello di coprogettazione e co gestione, in cui mantengono la regia complessiva dei progetti. Inoltre il Budget di salute attraverso la partecipazione attiva di pazienti e familiari promuove/restituisce contrattualità e ruolo attivo, che di per sé ha valenza terapeutica» (Starace 2011)
Il Budget Di Salute è “un modello innovativo che favorisce l’integrazione tra sistema di cura e sistema di comunità” (Pellegrini, 2019) e rappresenta “l’unità di misura delle risorse economiche, professionali e umane necessarie per innescare un processo di capacitazione volto a ridare ad una persona un funzionamento sociale accettabile attraverso un progetto terapeutico riabilitativo individualizzato, alla cui produzione partecipano il paziente stesso, la sua famiglia e la sua comunità” (Righetti, 2013).
In Regione Lombardia sono in atto da anni alcune sperimentazione del budget di salute in salute mentale.
Pensiamo all’esperienza di Cascina Clarabella, un consorzio di cooperative che si occupano di disabilità fisica e psichica, braccio operativo del dipartimento salute mentale di Iseo (ASST Franciacorta), dove la sperimentazione del budget di salute ha portato alla chiusura di una comunità ad alta protezione per persone con disturbi psichiatrici, che sono tornati sul territorio in un sistema di residenzialità diffusa. Con i fondi che prima erano utilizzati perché rimanessero in struttura, oggi gli utenti costruiscono un percorso di vita assieme a un operatore.
Altre esperienze significative in corso sono il Progetto dell’ASST Santi Paolo e Carlo, sviluppato in collaborazione con la Cooperativa sociale Seriana 2000 ha previsto la dimissione di 14 utenti dalla Comunità Protetta a Media assistenza CPM “Casa Nuova” e la presa in carico di 14 utenti indicati dai servizi territoriali.
Vi sono poi sperimentazioni realizzate dal terzo settore in coprogettazione con il Comune di Milano e in rete con i DSMD milanesi: il Progetto “R3: insieme per la recovery” raccoglie l’eredità della sperimentazione biennale “R2: recovery in rete”, vede capofila il Consorzio SIR e partner 17 enti del privato sociale e promuove percorsi personalizzati per persone con disagio psichico in carico ai servizi territoriali o ai Servizi psichiatrici interni agli Istituti penali.
Il budget di salute promuove la cultura del Welfare di comunità con il coinvolgimento delle persone (utenti, cittadinanza attiva, operatori sociali), attraverso percorsi che formino una cittadinanza attiva e consapevole e sviluppino una forte sinergia fra associazioni del Terzo settore, operatori del welfare , Istituzioni e cittadini.
Il budget di salute si rivela quindi un’ opzione strategica verso l’integrazione Socio Sanitaria in quanto è in grado di promuovere risposte unitarie a bisogni complessi del cittadino, che non possono essere adeguatamente affrontati da sistemi di risposte separate sanitarie e sociali.
Per l’Associazione Professione Psicologo il budget di salute è un modello da diffondere e perseguire, potenziando le sperimentazioni già in essere nel campo della disabilità e in quello della salute mentale, perché restituisce le persone a un percorso di integrazione sociale che è certamente preferibile (se le condizioni lo permettono) alla permanenza nelle strutture residenziali (siano esse Comunità o Istituti di pena) che, per quanto ben gestite, rappresentano delle “Istituzioni totali” nelle quali la personalizzazione dell’intervento diventa molto complessa e poco realizzabile.
Simona Silvestro, Psicologa e terzo settore