Anche se spesso genitori, amici o partner “commentano i nostri pareri su una questione o un episodio dicendo: ma va, ma dai, in fondo non è vero che le donne in Italia sono discriminate. Ma perché te la prendi tanto…”. (Elisabetta Camussi, 2022)
Nella professione della psicologia in Italia, ci troviamo di fronte a sfide significative legate alle discriminazioni di genere, nonostante talvolta queste siano sottovalutate da chi ci circonda. Elisabetta Camussi, nel 2022, ha evidenziato come spesso genitori, amici o partner minimizzino le preoccupazioni riguardo alle discriminazioni di genere, affermando che “in fondo non è vero che le donne in Italia sono discriminate.” La nostra missione è sfatare questo mito e lavorare attivamente per garantire la piena dignità di genere nella comunità degli psicologi.
Impegno Etico e Professionale
Il nostro impegno parte dal rispetto rigoroso del Codice Deontologico, che sottolinea la necessità di rispettare la dignità, la riservatezza, l’autodeterminazione e l’autonomia di coloro che si affidano alle nostre competenze. Ci impegniamo a non discriminare in base al genere, lottando contro disparità salariali e atteggiamenti sessisti, e promuovendo un ambiente di lavoro inclusivo.
Articolo 4: “Nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità”.
Una professione al femminile ancora ricca di sfide
Le ricerche pubblicate mostrano che le discriminazioni di genere sono presenti anche tra gli psicologi, con disparità salariali e stereotipi interiorizzati che persistono. Le donne, a volte, sembrano accettare una mancanza di parità economica come inevitabile, anche quando sono insoddisfatte. In questo senso a volte sembra che ci sia una confusione tra la conciliazione dal punto di vista teorico e l’idea che l’unica strada sia lavorare poco/guadagnare poco.
La conciliazione tra lavoro e vita familiare è un altro campo di battaglia, con la necessità di ridefinire la progettualità professionale in modo flessibile alle diverse fasi della vita.
CREDIAMO che sia importante lavorare per far sì che aumenti la consapevolezza della presenza reale e della pervasività degli stereotipi di genere tra tutti i cittadini ma con particolare attenzione al femminile come strumento di contrasto a questi fenomeni.
BISOGNA DARE spazio di parola ed espressione a questo tipo di riflessione nei percorsi formativi così che sin da subito ci sia una maggiore sensibilità verso i potenziali rischi di sottovalutare queste tematiche.
Nella nostra associazione la discussione su questi temi ci porta a concludere dell’importanza di circondarsi di persone che consentano di non sentirsi in conflitto le aspirazioni professionali e quelle della vita privata.
Una Nuova Prospettiva sulla Progettualità
Riteniamo fondamentale riformulare il concetto di progettualità, adattandolo alle diverse fasi della vita. Le psicologhe devono avere progetti specifici durante la maternità, che possono differire da quelli nelle fasi in cui i figli sono più autonomi. Una progettualità efficace richiede una reale indipendenza economica, promuovendo la consapevolezza che la conciliazione non dovrebbe significare necessariamente guadagnare poco. Ad esempio una professionista dovrebbe avere specifiche progettualità nel momento in cui diventa madre, che sono molto differenti da quelle che può immaginare quando i figli sono più autonomi: questo vuol dire che non c’è una difficoltà UNICA, ma ci sono tanti momenti nel corso della vita in cui abbiamo bisogno di riorganizzarci rispetto alla nostra identità e ai nostri ruoli e naturalmente alle nostre priorità. In qualunque caso, è sempre importante che le donne ricordino che una progettualità efficace passa attraverso una conciliazione che si consenta una REALE indipendenza economica. La speranza è naturalmente quella di un welfare che migliori tenendo conto di tutte queste situazioni.
Superare il Soffitto di Cristallo
Riteniamo che sia giunto il momento di superare il soffitto di cristallo che ancora pesa sulle teste delle psicologhe. Questo richiede un lavoro educativo sulla consapevolezza degli stereotipi di genere, unito a una formazione finanziaria precoce. La conciliazione deve creare opportunità professionali reali e non limitare la visione a guadagni minimi come unica alternativa.
RITENIAMO che davvero sia giunto il tempo di andare oltre a quel soffitto di cristallo che tante volte non vediamo ma davvero pesa sulle nostre teste. Questo non può che accompagnarsi ad un lavoro di formazione sull’esistenza degli stereotipi di genere, sulla possibilità per superarli, aggirarli, unendo tutto questo ad una precoce EDUCAZIONE FINANZIARIA. La conciliazione deve allora costruire REALI opportunità professionali (non vedere il guadagnare poco per mantenere la propria vita come unica alternativa). Così come è importante un’educazione alla co-costruzione tra i partner: la conciliazione e la cura non sono solo prerogativa femminile.
Invito all’azione e Coinvolgimento
Vi invitiamo a informarvi sull’Osservatorio Permanente sulla Promozione della Gender Equity coordinato dalla Prof.ssa Camussi. Questo osservatorio si propone di analizzare la realtà degli Ordini professionali, individuando buone pratiche per promuovere le pari opportunità di genere. Unitevi a noi nel costruire un futuro più equo e inclusivo per tutti.
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